IFA PIEMONTE nasce per tutelare i risparmiatori e gli investitori, per coltivare con loro una simbiosi di lungo termine, per risolvere i loro problemi e i loro dubbi in merito agli investimenti, senza tentare di vendere servizi costosi e poco utili ma, al contrario, cercando di offrire soluzioni rapide, efficaci, di sicura utilità e capaci di migliorare la conoscenza e la consapevolezza della nostra clientela. La chiarezza e la buona fede sono la nostra base di partenza.
Le famiglie e le imprese italiane si affidano regolarmente a professionisti indipendenti che curino i loro interessi in molti campi (legale, fiscale, medico….) ma, stranamente, non quando c’è di mezzo la finanza.
Al contrario, in questo ambito è preponderante l’aspettativa di ottenere consigli “super partes” da banche, assicurazioni e altri venditori di prodotti finanziari, i quali però hanno l’esigenza ovviamente di collocare solo ciò che hanno in catalogo e che consenta loro di realizzare, dati gli ingenti costi di struttura, percentuali annue di guadagno tali da rendere ardua una simbiosi che sia benefica per i risparmiatori.
Il sistema regge su abitudini consolidate e sul fatto che intermediari finanziari godono di una condizione di sostanziale asimmetria informativa: il singolo investitore molto spesso non è in grado di “prezzare” i contratti finanziari che sottoscrive.
E’ quindi auspicabile non solo una maggiore diffusione della consulenza indipendente ma è parimenti sperabile che la massa degli investitori possa essere in futuro raggiunta con più facilità da fonti realmente indipendenti di informazione finanziaria.
La mission di IFA PIEMONTE è proprio quella di trasferire al cliente il massimo dell’informazione finanziaria, per instaurare con lui una simbiosi e per consentirgli dunque di riprendere il controllo delle proprie risorse.
L’investitore dovrebbe evitare qualunque investimento che non comprenda fino in fondo.
La nostra netta scelta di campo è quella di non “vendere sogni finanziari” ma, all’opposto, di fornire tutta l’informazione possibile su fatti acclarati e sui pro e contro delle possibili scelte finanziarie future.
L’obiettivo di IFA PIEMONTE è quello di proteggere il patrimonio della propria clientela nel suo complesso.
Gli investimenti, le scelte finanziarie, la gestione del proprio denaro non sono il fine ma sono il mezzo per raggiungere i propri obiettivi di vita, per proteggere noi stessi e i nostri cari, per realizzare le nostre aspettative.
In generale, un preliminare sforzo di comprensione e consapevolezza sul “perchè si investe” ripagherebbe poi ampiamente l’investitore in termini di benessere, nel senso più ampio del termine.
La reale cognizione del “perché si investe” porta ad una più razionale definizione del “come si investe”.
Infatti, per ogni tipologia di obiettivo da raggiungere, è possibile determinare quali strategie di investimento risultano più o meno appropriate (o completamente inopportune) e quante risorse dedicarvi.
Ad esempio, un determinato fine potrà essere più opportunamente ottenuto con un investimento immobiliare, con le cedole di un titolo di stato, con un portafoglio finanziario diversificato piuttosto che con una polizza rischi puri e così via.
Ciascuno con i suoi pro ed i suoi contro, che devono essere conosciuti dall’investitore.
Ripetutamente, vengono rese pubbliche autorevoli ricerche le quali dimostrano che buona parte delle gestioni “azionarie” e la quasi totalità delle gestioni “obbligazionarie” (idem vale per i fondi comuni di investimento) restituiscono mediamente rendimenti inferiori a quelli dei mercati in cui investono.
E, analizzando meglio, è facile scoprire che la persistenza e dunque la prevedibilità sono molto scarse. In altre parole, è quasi impossibile prevedere se i pochi fondi o gestioni che hanno performato meglio del mercato l’anno scorso…continueranno a farlo anche l’anno prossimo e di prevedere quali saranno i pochi che ci riusciranno.
Le tecniche statistiche di previsione (che siano abbastanza rigorose da fornire risultati con un minimo di attendibilità) imporrebbero di analizzare l’esito di un numero alto di “decisioni” assunte dal gestore…ma non è facile capire se il successo di una gestione apparentemente proficua, anche su periodi pluriennali, sia frutto di poche o tante decisioni “azzeccate” (the subtile difference between “alpha” and….luck).
Si comincia quindi a capire perché mai tanti accademici – premi Nobel per l’economia compresi – indichino una forte preferenza per gli investimenti passivi (semplicemente replicanti il mercato) ed a costo basso o nullo.
Perchè i prodotti finanziari si rivalutano mediamente meno dei mercati in cui investono?
Ciò è l’inevitabile somma di due addendi: il prelievo (palese e occulto) di ingenti costi di gestione e l’impossibilità logica che i gestori possano sistematicamente battere il mercato (dato che il mercato in buona parte….sono loro) in misura tale da compensare i costi.
Occorre inoltre ricordare che buona parte del prelievo palese o occulto subito dal compratore di prodotti finanziari non va a remunerare il gestore (con il quale potrebbe al limite stringere una simbiosi) ma va piuttosto a remunerare un apparato burocratico sovra-dimensionato ed una macchina commerciale resa oggi obsoleta dalle moderne tecnologie della comunicazione.
La massa degli investitori (tra i quali, le gestioni istituzionali la fanno da padrone) costituisce il mercato.
Inevitabilmente, in ogni periodo il 50% delle gestioni “farà” meglio del mercato ed il 50% “farà” peggio.
All’investitore, mediamente, arriverà quindi un rendimento lordo in linea con l’andamento del mercato, a cui però vanno sottratti l’ingente tassazione e gli altrettanto ingenti costi totali imposti a lui dal gestore, dall’apparato burocratico e dalla complessa catena distributiva.
IFA PIEMONTE si cura di conoscere e analizzare tutti i prodotti di punta offerti da banche e compagnie assicurative e li prende tutti seriamente in considerazione, al fine di confrontarli e di consigliare ai propri clienti le soluzioni migliori, senza preclusioni.
Però, alla fine, dopo imparziali confronti, praticamente sempre si ricade a consigliare gli strumenti finanziari passivi più trasparenti e più economici (con costo annuo molto basso o nullo), proprio perché incorporanti il miglior rendimento atteso per il futuro.
Cerchiamo ora di capire perché l’eliminazione dei costi inutili non è solo opportuna ma strettamente necessaria per salvaguardare il proprio patrimonio nel lungo termine: la teoria dei mercati finanziari insegna chiaramente che il rendimento degli strumenti finanziari negli “anni buoni” (e in particolare il rendimento aggiuntivo degli strumenti più rischiosi, detto “premio per il rischio”) è assolutamente indispensabile per fronteggiare le possibili perdite future derivanti dagli assets rischiosi ed è indispensabile che l’investitore lo incassi per intero (in mercati efficienti, il premio al rischio è mediamente allineato e non eccedente rispetto alla probabilità ed alla gravità di futuri inconvenienti).
I venditori di prodotti finanziari sempre ci obiettano che bisogna guardare ai risultati e non ai costi di un determinato pacchetto. Ebbene, noi lo facciamo. Guardiamo ai risultati e, dopo attenta valutazione….per gli investimenti finanziari quasi sempre consigliamo ai nostri clienti strumenti regolarmente quotati e a costi bassi o nulli ☺
Il fatto stesso che IFA PIEMONTE consigli strumenti quotati nelle principali borse valori ci distingue palesemente dai consulenti che non sono realmente indipendenti e “super partes”.
La scarsissima frequenza con cui il risparmio viene indirizzato verso le decine di migliaia di strumenti finanziari regolarmente quotati sui mercati del mondo intero costituisce una dimostrazione palese del dilagante conflitto di interessi ed è spiegabile solamente con il fatto che gli strumenti quotati, proprio perché ormai liberamente scambiati, non garantiscono più alcuna commissione di vendita a chi li consiglia.
Gli investimenti finanziari privi di rischio (ammesso che esistano) offrono normalmente un rendimento molto basso e inferiore all’inflazione.
Ogni altra soluzione incorpora la possibilità di perdite, temporanee o definitive e di varia gravità.
Perciò, chi gestisce il denaro altrui ha il dovere professionale e morale riconoscere e di informare compiutamente l’investitore dei rischi più o meno grandi che egli va ad assumere.
Per poter informare gli investitori, il professionista deve quindi per primo, senza ombra di dubbio, essere in grado di conoscere, destrutturare ed individuare le fonti e le tipologie di rischio (oltre che a garantire con la propria indipendenza la corretta informazione del cliente).
L’investitore dovrebbe evitare ciò che non comprende fino in fondo, rischiare solo ciò che può permettersi di perdere, alla luce dei propri bisogni presenti e futuri.
Egli dovrebbe rammentare sempre alcune regole dettate dal buon senso: non credere alle favole commerciali, frammentare il più possibile l’esposizione a specifici imprevisti, chiudere un investimento quando vengono a mancare i presupposti per cui esso è stato aperto, ragionare molto sulla propria capacità di sopportare le perdite…
Da un consulente professionale non ci si dovrebbe aspettare niente di meno!
Invece, non è raro incontrare persone che sono state indotte ad assumere rischi di cui non erano consapevoli, non sempre a causa della malafede ma più spesso a causa dell’ignoranza dello stesso venditore…
In generale, è grave che un consulente professionista consigli ad una famiglia di concentrare tutte le risorse finanziarie su pochi prodotti, solamente per evitare un aggravio di lavoro per sé o per mascherare la propria incapacità / non volontà di gestire la complessità!
Per poter accompagnare il cliente nella realizzazione di una sana e compiuta diversificazione e frammentazione del rischio, il consulente deve padroneggiare una reale conoscenza dei mercati e degli strumenti finanziari e deve anche conoscere i limiti delle “unità di misura” che vengono diffusamente utilizzate per stabilire la rischiosità dei diversi investimenti.
Un bravo consulente non può ignorare che le usuali stime della rischiosità basate sui livelli medi (o attuali) di volatilità e correlazione possono diventare inconsistenti nei momenti di crisi acuta dei mercati (la volatilità è….volatile).
La stessa fiducia cieca riposta nel “già successo” è un relativo azzardo.
Neppure i dati storici sui tempi di recupero dalle grandi perdite finanziarie costituiscono una garanzia (e comunque, è “già successo” che i ribassi borsistici siano stati colmati, in termini reali, solo dopo decenni!).
Per non parlare dei patrimoni imprudentemente concentrati su entità poi andate in default o dei capitali azzerati “grazie” a strategie di trading perdenti.
Insomma, la gestione del rischio è forse l’aspetto più delicato della consulenza finanziaria, perché necessita di grandi conoscenze tecniche e di altre strettamente personali, legate alla condizione di vita e all’emotività di ognuno.
Più della ricerca di rendimento, è dunque la questione del rischio finanziario a svelare con più forza l’inaccettabilità del conflitto di interessi, della standardizzazione dilagante, della scarsa professionalità, rivelando al contempo la centralità dell’informazione e l’opportunità di un rapporto simbiotico.
Si possono gestire il proprio patrimonio in ambiente economico problematico e in mercati finanziari turbolenti conservando fiducia e tranquillità? Si, se si è preparati.
Il nostro studio si sforza quotidianamente di trasferire alla clientela il massimo livello di conoscenza e consapevolezza, dedicando la massima attenzione alle discipline di controllo del rischio e alla costruzione di portafogli che possano reggere anche ai momenti di maggiore stress dei mercati, neutralizzando le distorsioni emotive.
Un nostro particolare apporto consulenziale consiste nella continua ricerca di fonti di rendimento realmente diversificate (che possano mantenere una sufficiente decorrelazione reciproca anche nei momenti in cui…tutto crolla) e nello studio della possibile risposta delle possibili allocazioni sotto varie ipotesi negative (crisi sistemica, stagflazione, normali recessioni cicliche, crescita con alta inflazione……).
Conoscenza e consapevolezza, per poter puntare ad obiettivi ambiziosi con i piedi ben piantati per terra.